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Un nuovo turismo per il Delta del Po con "La misura dell’infinito" di Giancarlo Marinelli

“Torniamo sempre dove non siamo mai stati”. L’opera prima cinematografica di Giancarlo Marinelli, scrittore e regista teatrale veneto, si apre con un incipit di Scano Boa, libro di Gian Antonio Cibotto in cui la storia di un vecchio pescatore si fonde con quella di una terra di confine dove il tempo si è fermato. E anche nel mediometraggio La misura dell’infinito il Delta de Po, terra dura, aspra ma allo stesso tempo dolcissima e inafferrabile, è il vero protagonista.

Le prime inquadrature del film catturano con la luce naturale del mattino e senza edulcorare la qualità delle immagini uno dei luoghi più suggestivi del Polesine: Santa Giulia, un paesaggio ai limiti tra il reale e metafisico, dove il cielo cade sul mare e dove, citando ancora Cibotto, poeta e romanziere della luce e dell’acqua del Po, “la magia appare solo a chi, visitandolo non la cerca”.

Da Santa Giulia al giardino di Ca Dolfin di Lendinara, passando per l’Orto Botanico di Porto Caleri, per gli scorci più suggestivi di località come Rosolina, Porto Tolle, Panarella fino ai canali di Lendinara, il Polesine diventa teatro degli amori e conflitti di una famiglia. Seguendo le orme di uno spirito guida - il nonno defunto interpretato dal padovano Toni Andreetta – i protagonisti si perdono nel cuore del Delta del Po e, stupiti dal mistero di quei bellissimi paesaggi, si ritrovano di nuovo uniti, spogliati delle loro corazze e costretti ineluttabilmente ad affrontare il proprio passato per ricominciare a guardare al futuro.

Le bellezze naturali e le atmosfere rarefatte del Polesine catturate dalla macchina da presa di Marinelli diventano luogo di emozioni, emblema sia del viaggio interiore dei protagonisti che di un nuovo tipo di turismo emozionale e sostenibile. Il film è infatti un invito a esplorare il Delta del Po, terra caratterizzata ancora da poca industrializzazione ed enormi spazi incontaminati la cui competitività dell’industria turistica è strettamente legata alla sua sostenibilità.

Interpretato da una troupe di noti attori teatrali, come Ivana Monti e Deborah Caprioglio, e musicato da Paolo Zambelli, docente del conservatorio Venezze di Rovigo, La misura dell'infinito è stato realizzato da C.I.F.I.R. SCARL nell’ambito di Futour progetto di formazione continua: il turismo del futuro tra tecnologia, comunicazione e ospitalità.

Il progetto, finanziato dalla Regione Veneto attraverso il Fondo sociale europeo, ha coinvolto circa 250 dipendenti delle strutture turistiche venete.

"Il lavoro realizzato con la regia di Giancarlo Marinelli - ha dichiarato l'assessore al territorio e cultura Cristiano Corazzari in occasione della presentazione del film nello spazio regione del Veneto allestito durante la 73esima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia - è riuscito a raccontare la bellezza culturale turistica del territorio polesano, grazie al coinvolgimento diretto dei suoi imprenditori e operatori turistici, che si sono messi in gioco nell’immaginare il turismo del futuro, tra tecnologia, comunicazione e ospitalità».

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